Sono nata a Roma nel 1956 e nella mia vita professionale ho fatto la giornalista. Sono stata caporedattrice di “noidonne” (dal 1990) e poi di “Liberazione” (dal 1994 al 2012). Negli anni Ottanta ero stata segretaria del Centro culturale Virginia Woolf di Roma. Avevo anche collaborato con “Ora D” (Rai, Radio Tre) e, come ufficio stampa, con la casa editrice La Luna di Palermo.
Ho conosciuto Bianca nel 1981 nel momento dell’entusiasmante esplosione del lesbofemminismo: lei era una delle militanti più attive del Collettivo di via Pompeo Magno, giovane, potente, piena di energia (incancellabile per me il ricordo di lei col “chiodo” di pelle nera sulla pista da ballo di Zanzibar, lo storico locale di donne che animava le notti romane), mentre con altre compagne io avevo fatto nascere un piccolo gruppo che avevamo chiamato Identità lesbica, con una definizione che oggi può lasciare perplesse, ma all’epoca aveva un forte significato. Da allora, pur frequentandoci sporadicamente, le nostre storie sono andate in parallelo e non ci siamo mai perse di vista. Fino al suo ultimo anno di vita, durante il quale invece ci siamo incontrate spesso, a casa sua e della sua compagna Maria Rosa, e ho potuto ripercorrere direttamente con lei vicende e scritti della sua lunga e multiforme esperienza, politica e professionale. Momenti intensi e preziosi, in cui si sono ravvivati dialogo ed affetto reciproco e di cui le sono estremamente grata.
Desidero essere annoverata tra le amiche del Premio in nome di questa storia, convinta che l’impegno di Bianca non sia ancora conosciuto e riconosciuto come merita e che sia urgente raccoglierne e rilanciarne l’eredità, soprattutto nei tempi bui che stiamo vivendo. Premiare e sostenere la ricerca di giovani donne credo sia l’iniziativa migliore, e quella che le sarebbe piaciuta di più.