Con la sua ricerca sulla “geografia della paura”, Marzia Degetto analizza il modo in cui lo spazio urbano viene percepito e vissuto dalle donne e dalle soggettività marginalizzate. La sua tesi mette in luce come la città sia progettata per un fruitore dominante — maschio, bianco, eterosessuale e cisgender — e come questo escluda chi non vi si riconosce. Attraverso il racconto delle emozioni legate all’attraversamento di certi luoghi, emerge una paura interiorizzata, frutto di un contesto patriarcale che plasma l’esperienza urbana in chiave di esclusione.

