Maura Cossutta

Da sempre impegnata attivamente in politica e nel sociale, mi sono sempre interessata dei diritti e delle libertà delle donne, italiane e straniere.
Medica, ho sempre lavorato nella sanità pubblica, all’ospedale San Camillo di Roma. Fino al 1996 sono stata responsabile del Settore Aferesi, presso il Dipartimento dei trapianti di midollo, seguendo in particolare la raccolta delle cellule staminali.

Per due legislature, dal 1996 al 2006, sono stata Parlamentare, nella Commissione Affari sociali della Camera, nella Commissione bicamerale per l’infanzia e sono stata Presidente della Commissione per la chiusura degli ospedali psichiatrici. Durante la guerra del Kosovo, sono stata promotrice del “Gruppo di 100 parlamentari contro la guerra” . Sono stata relatrice di minoranza per l’iter legislativo della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita e successivamente ho partecipato attivamente al referendum per la sua abrogazione. Ho collaborato strettamente alla “riforma Bindi” della sanità  e alla riforma dell’assistenza di Livia Turco. Dal 2006 al 2008 sono stata Consigliera della Ministra della Salute Livia Turco, responsabile di tutto il settore materno-infantile, seguendo  in particolare tutte le relazioni al Parlamento sulla legge 194, i progetti per la riqualificazione dei consultori familiari e la stesura delle Linee Guida sulla legge 40. Per l’8 marzo 2008 ho presentato il “Primo Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia”, frutto del lavoro di una Commissione di più di 100 donne istituita dalla Ministra.
Nel 2008 sono tornata al San Camillo, nello staff della Direzione Generale. Ho ideato e realizzato il progetto “Ospedale culturalmente competente” secondo le raccomandazioni della Dichiarazione di Amsterdam, per la promozione e la tutela della salute della popolazione migrante, in particolare delle donne migranti, come sfida positiva per il sistema sanitario, per il raggiungimento dei risultati di salute nelle fasce di popolazione più a rischio, per la riduzione delle disuguaglianze e per l’equità, per assegnare alla comunità il ruolo di stakeholder per la promozione della salute.  Ho realizzato per la prima volta un servizio di mediazione culturale “face to face” in tutti i reparti e di interpretariato telefonico presso il Pronto Soccorso. Ho promosso la traduzione multilingue di tutta la documentazione aziendale, a partire dai consensi informati.  Ho realizzato uno sportello informativo per il diritto all’accesso ai servizi da parte della popolazione migrante, con permesso e senza permesso di soggiorno, promuovendo corsi di formazione per il personale sanitario e amministrativo. Ho costituito il “Forum  salute donne italiane e migranti”, istituito con delibera aziendale, per la valutazione delle politiche sanitarie relative alla salute delle donne e dei bambini,  prevedendo un organismo direttivo paritario tra responsabilità dirigenziali dell’ospedale e rappresentanti delle associazioni di donne migranti. Ho fondato il gruppo “Se non ora quando – Sanità” per la difesa della sanità pubblica e per la promozione di un’ottica di genere. Ho realizzato lo “Sportello Donna h24” al Pronto Soccorso del San Camillo, con l’associazione Be free, per l’accoglienza e la presa in carico delle donne vittime di violenza. Questa esperienza è stata considerata un modello per la programmazione regionale.

In pensione dal marzo 2018, ho partecipato a tempo pieno alle attività della Casa Internazionale delle Donne, fino alla mia elezione come Presidente nel dicembre dell’anno 2019. E come Presidente sono onorata di partecipare al Premio Bianca Pomeranzi, che della storia della Casa e del femminismo è stata protagonista. Sono convinta che il Premio non solo permetterà di conoscere e riconoscere – e trasmettere soprattutto alle nuove generazioni – la straordinaria quantità e qualità del suo lavoro, la sua inscindibile competenza e militanza femminista,  ma sarà anche l’occasione per ridefinire obiettivi, pratiche, categorie analitiche di lettura della contemporaneità, della sua complessità, dove le donne devono sempre essere protagoniste del cambiamento.

Maura Cossutta